Umberto Piccinini del Sport
RugbyingClass di Umberto Piccinini
Nel rugby non puoi “bleffare”, non c’è trucco, non c’è inganno, e il campo è uno specchio maledetto perché riflette solo la tua vera immagine.
Sabato scorso contro i Pumas, al primo match di questo Autumn Nations Series 2024, per Lamaro e compagni, non è andata esattamente come da preventivo, proprio no con un robusto 50 a 18 finale.
Riconoscendo le indubbie capacità argentine, qualcosa non ha quadrato nel sistema azzurro, e domenica nel fortino di Marassi, calcio d’inizio 14,40, incontrando la Georgia, ci sarà la prova d’appello.
Una sfida, anzi la sfida, che non può essere sbagliata.
Sicuramente i “Lelos” non sono a livello dell’Argentina, soprattutto di questa eccellente Argentina, ma qualche seccatura potrebbero causarcela, e sicuramente è loro intenzione farlo, perché intendono affermare di essere superiori, infervorati dalla vittoria per 28 a 19 ottenuta nel 2022 nell’infernale Batumi Stadium, ancora convinti di poterci scalzare dal Sei Nazioni, favoriti dalle cicliche stupide ramanzine provenienti dal mondo anglosassone, nonché incoraggiati dall’immancabile moltitudine di schiamazzanti compatrioti, residenti in Italia, che accorreranno in massa sugli spalti del Ferraris per incitarli al grido “Lelo, Lelo, Sakartvelo” .
Nervatura importante della forte struttura del rugby Sovietico, alla caduta del “Muro”, e smembramento dell’URSS, sono passati sotto l’ala della Federazione francese.
Il “protettorato” transalpino, che ha dato e preso, tanti i giocatori accasati nei migliori club d’Oltralpe ma anche in Premier inglese fintanto reggeva il confronto “monetario” con il Top14, la nascita della franchigia dei “Black Lion”, gli hanno dato slancio, una crescita imponente divenendo, in assoluto, la migliore compagine europea fuori dal “Torneo” più antico.
Sbarazziamo, però, la mente dall’idea di vedere una pletora di energumeni tutta possanza e spintoni, sebbene la loro mischia rimanga un grattacapo per qualsiasi avversario, da qualche anno sono una squadra completa, giocano un rugby veloce, concreto, tecnicamente di elevato spessore e tatticamente calzante. Il talento del giovane Davit Niniashvili, uno per tutti, è sotto gli occhi di tutti.
Per gli uomini di Quesada si prospetta una partita delicatissima e complessa. Il Capo Allenatore spariglia la formazione e presenta ben otto cambi rispetto a sette giorni or sono. Qualche scelta tattica, Ferrari, Nicotera e Fischetti in prima linea, Trulla all’ala con Monty Ioane, e Alessandro Garbisi alla regia, da inizio match, e qualche scelta obbligata dall’infermeria, con Capuozzo, Ruzza, Allan e Lorenzo Cannone indisponibili, sostituiti da Gallagher, Lamb e Vintcent. Quel che rimane della formazione vede Paolo Garbisi apertura, Cannone Sr. in seconda, Lamaro e Negri flanker e la coppia inossidabile di centri Brex e Menoncello. Pronti a subentrare Lucchesi, Spagnolo, Ceccarelli, Favretto, Zuliani, Fusco, Marin e l’illibato Giulio Bertaccini, Rugby Reggio/Zebre Parma, che potrebbe procurarsi meritatamente il primo Cap.
Per il rugby italiano il valore simbolico del match è indiscutibile allora la Georgia va imbrigliata, ridotta ai minimi termini, insomma la questione con i “caucasici” va risolta nel modo migliore ma a prescindere dalla posizione nel ranking mondiale, Italia al decimo posto con la Georgia a pedinare dal dodicesimo, come non ci interessano le più o meno, futili controversie su chi dovrebbe entrare o chi deve uscire dal Sei Nazioni. Però ci permettiamo “pretendere” dagli Azzurri una prestazione maiuscola, una prova cristallina cancellando l’ombra di “insolvenza” che a intermittenza la accompagna, di esibire maturità ovale come si addice a questi livelli. Insomma, vogliamo capire se la scorsa sfavillante stagione sia stata casuale, frutto di mille favorevoli crocicchi e propizi flussi, o si è intrapreso, finalmente, il giusto viatico. In sunto, fateci, semplicemente, vedere cosa siete in grado di fare. Fatelo ora, è questa la volta buona!
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Moretti: “Abbiamo qualità che possono far molto male alla Georgia”.
Andrea partendo da quanto è successo sette giorno fa, nello specifico, come hai visto il tuo reparto in una battaglia in prima linea non facile?
L’ho visto bene, al di là del punteggio che non è l’equa sintesi di quanto successo veramente in campo. Tornando alla tua domanda devo dire bene per quanto riguarda sia la mischia chiusa, sia l’attacco in difesa, bene rispetto la rimessa laterale in attacco, buona la pressione che ci ha dato anche qualche punizione a favore. Ma, al contempo, non posso essere soddisfatto per le due mete prese nei cinque metri. E’ vero, non è sempre facile difendere cinque metri, però i ragazzi, in quelle occasioni, sono stati, diciamo, troppo ingenui e se non tutte e due almeno una era evitabile. Poco aggressivi nella difesa da drive nella prima e, analizzato le immagini in settimana, abbiamo, il movimento che loro hanno fatto sulla seconda, lo stesso contro la Nuova Zelanda, che mi lascia così. Ma probabilmente, purtroppo, nella fase finale abbiamo perso quella lucidità necessaria per difendere in modo adeguato.
Aspetti di cui faremo tesoro in previsione Georgia?
E’ doveroso visto che i nostri avversari contano sugli “avanti” e lavoreranno per metterci in difficoltà sull’attacco da drive. Ci faremo trovare pronti.
Ai tuoi ragazzi si chiederà di fare altri straordinari. Quanto ci fa paura la mischia georgiana?
Paura no ma conoscendone caratteristiche come forza e aggressività, ci sarà massimo rispetto e attenzione come deve essere nei confronti di tutti gli avversari. Sappiamo che a ogni introduzione seguirà una bella battaglia ma ce la giocheremo a testa alta perché noi non abbiamo niente di meno con giocatori come Spagnolo, Riccioni, Ferrari, Fischio (Fischetti ndr), Lucchesi, Nicotera e non solo. Oggi l’Italia si può permettere il lusso di schierare due, se non tre, prime linee molto competitive, con uno standard veramente elevato.
Anche se la Georgia non è più solo “avanti”.
Corretto, hanno trovato un po’ più equilibrio rispetto a un gioco in maggior parte orientato sulle fasi statiche. Ora sono molto temibili sui calci alti, hanno un reparto di trequarti preparato, un forte triangolo allargato che attacca sullo spazio in velocità e avendo visto il match contro l’Argentina ne trarranno le conclusioni.
Quindi cosa si dovrà mettere in campo?
Arriviamo all’imminente impegno con realistico ottimismo. Il clima è buono, non si può rimuginare su quanto accaduto anche perché non si può cambiare, hanno recuperato dalle botte prese, quindi in settimana la squadra si è allenata con intensità, preparando nel modo giusto la partita anche mentalmente. Il nostro punto di forza sarà, innanzi tutto, perfezionare e riappropriarci di aspetti fondamentali come il punto d’incontro, il gioco al piede, che dobbiamo e, ne sono certo, possiamo eseguire con migliori risultati. La nostra non sarà una partita alla “jouer jouer” ma aggressiva e allo stesso tempo ordinata dal punto di vista tattico e strategico. Quindi sfruttare al meglio ogni situazione di gioco possibile, consci della costante pressione e tanta fisicità che metterà la Georgia. Ripeto, puntare, ottimizzando, gioco al piede e alla mano perché abbiamo qualità che possono far molto male alla Georgia.
Andrea Moretti Autumn Georgia italia rugby